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L'EDITORIALE

QUELLA VORAGINE AL CENTRO: UN MALE PER L'ITALIA

Per chi si è sempre battuto con l'intento di togliere l'Italia dalle grinfie della sinistra, il presente momento politico sembra particolarmente favorevole.

Con un PD che, ciondolando come un pugile suonato, aspetta solo il colpo del ko ed una sinistra estrema polverizzata, praticamente finita, i giochi sembrano ormai riguardare altri quadranti del campo.

Letta la situazione con ottica superficiale, la partita appare riguardare soltanto M5S e centro-destra. Se la misura è quella delle elezioni amministrative che, in questo ultimo anno, si sono svolte in lungo ed in largo nello stivale, l'analisi non può che uscirne confermata.

Ma se scandagliamo più a fondo il perimetro del centro-destra, specialmente con riferimento alle ultime elezioni politiche, il quadro esce totalmente ribaltato.

In realtà è addirittura arduo parlare di centro-destra italiano, che, per usare una vecchia ma efficace categoria della logica medievale, assomiglia ad una PURA EMISSIONE DI VOCE. In altre parole NON ESISTE PIU'.

Le prossime elezioni europee dimostreranno che gli attuali equilibri del centro- destra, che reggono solo per i cartelli elettorali creatisi a livello amministrativo, poggiano su fondamenta di sabbia. Quando occorrerà far riferimento alle grandi famiglie culturali e politiche su scala europea, il PPE sarà da una parte e le forze sovraniste da un'altra. Anzi, potrebbe verificarsi il caso clamoroso di una spaccatura nello stesso PPE, con un avvicinamento dei partiti centro-europei alle posizioni più accesamente nazionaliste.

Appare dunque miopia pura contare solo sulla debolezza dei potenziali avversari, ammesso che i soli avversari siano solo a sinistra. Ma ci torneremo dopo.

Chi vuole fondare una casa sulla roccia e non sulla sabbia non può limitarsi a prendere la scia di Matteo Salvini e della Lega. La strategia di questa ultima forza ha un suo legittimo sviluppo, che in alcuni punti si incrocia con la nostra, ma non potrà mai sostituire gli obiettivi di un movimento popolare e liberale di ispirazione cristiana.

In ambito politico una cosa è la collaborazione, altra è, a livello più intenso, l'alleanza elettorale, altra ancora infine è l'annessione. Al riguardo, se il punto di caduta del “fu" centro-destra si configurasse quella del PARTITO UNICO, si tratterebbe non solo di un epilogo inaccettabile, addirittura letale per la nostra identità culturale in politica.

Non solo, quella immensa voragine che si è creata al “ centro" della geometria politica italiana sarebbe probabilmente occupata da chi, sia per reazione all'estremizazione dell'altra metà campo che per contabilità elettorale, si farebbe inesorabilmente attrarre a sinistra, magari una sinistra geneticamente modificata e/o renzizzata.

Il fisiologico vuoto che Berlusconi sta lasciando non potrà essere tutto coperto da uno slittamento verso la Lega. Tante elettrici ed elettori vogliono sì sconfiggere vere o semi vere sinistre, ma facendo riferimento a principi non facilmente ammainabili.

Dunque questa voragine al centro deve essere coperta al più presto, né con partiti meramente identitari, né con contenitori ad orologeria nati per traghettare qualcuno in Parlamento, ma neppure con sgangherate armate Brancaleone.

Urge un azzeramento virtuoso di tutti quei partiti, movimenti ed associazioni che si rifanno a quella vasta area di pensiero e prassi politica gravitante intorno alla tradizione cristiano- democratica e liberal-popolare, attenta a coniugare i migliori valori dell'ispirazione cristiana con quelli dall’umanesimo laico.

Il tempo è veramente poco. Se prevarranno auto-referenzialita, egoismi, posizioni di rendita, strategie di basso cabotaggio o qualcosa di peggio, l'Italia perderà uno dei cardini della sua tradizione storica.

E Salvini, più che la Lega, dopo aver fatto il pieno e svuotati gli altri partiti del centrodestra , avrà gioco facile nello stringere in un'alleanza obbligata il M5S. Movimento la cui filosofia è , in radice, antropologicamente debole, a livello economico priva di logica prospettica, in politica internazionale paurosamente ondeggiante e , per prassi, umorale, astiosa, vendicativa, come in alcune delle peggiori pagine della rivoluzione francese.

FRANCO BANCHI

Rignano SULL’ARNO, Luglio 2018