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IL DIRITTO AL DISSENSO, IL DOVERE DEL PROGETTO.
ED UN RAMMARICO: PER LE REGIONALI LE PREMESSE ERANO DIVERSE…

La politica non vive tempi sempre uguali per qualità. E’ il caso dell’attuale momento, che definire cruciale è poco.

In questi giorni si decide per nuovo assetto istituzionale e legge elettorale, crocevia fondamentale per il Governo Renzi. E si rischia un autentico paradosso, con l’italicum votato soltanto dalle forze di maggioranza, meno la “fronda” PD, con tutti i gruppo parlamentari di minoranza fuori dall’aula.

Sorge allora spontanea una domanda: perché AREA POPOLARE dovrebbe prestarsi a questo giochetto, coprendo con la propria foglia di fico le vergogne del PD? Ma piace davvero ai nostri elettori il premio di maggioranza alla lista più votata? E’ davvero in sintonia con i nostri valori la “porcata” dei capilista bloccati, che rende ridicola, per tutti i partiti, eccetto il PD, la corsa alla preferenza dei candidati “peones”?

Per non parlare, anche se è un altro capitolo, della farsa del nuovo Senato °non elettivo°, costruito sulle docili nomenclature dei già eletti a livello regionale. Domanda delle domande: possiamo davvero chinare la testa dinanzi a questo strisciante presidenzialismo monocolore? Ed ancora: vale proprio la pena appoggiare il Governo Renzi, che, giorno dopo giorno, ci porta fuori dagli obiettivi strategici per cui siamo nati ovvero costruire anche in Italia la costola del PPE, che in tutta Europa è alternativa al PSE, forza entro la quale Renzi ha portato il PD?

La nostra risposta è NO. A quando, allora, la verifica entro il NCD e, più in generale in AREA POPOLARE (che prima o poi dovrà partire con un’investitura dal basso e non come fusione a freddo di nomenclature), di quella linea nazionale, che, secondo noi, andrebbe discussa in un Congresso per tesi? E’ troppo chiedere il diritto al dissenso, che vorremmo fosse misurato democraticamente alla prima occasione utile?

E’ in questo contesto che ci avviciniamo alle prossime elezioni regionali, anche in Toscana.

La nostra idea originaria era quella di proporre un giusto mix tra popolarismo cristiano, liberale, riformatore da un lato e migliori e più dinamiche energie civiche ed associative dall’altro, con il chiaro intento di costruire dal basso un PATTO PER LA TOSCANA, che crescesse a cerchi concentrici, come credibile alternativa al Governo Rossi, ormai ridotto a “figura satellite” di Renzi. Questo hanno detto i nostri convegni di Vallombrosa nel 2013 e Firenze nel 2014. Proprio per far decollare questo disegno Area Bianca fu tra le associazioni costituenti, che, nel Dicembre 2014, si riunirono intorno al progetto PASSIONE TOSCANA.

Da allora nessuno ha più ricercato l’Associazione Area Bianca. Intanto PASSIONE TOSCANA sarà sulla scheda elettorale delle prossime regionali. Da capire se l’iniziale spinta civico-associativa è ancora rappresentativa, inclusiva e corale; da chiarire, inoltre, se le forze politiche di Area Popolare che sostengono il Presidente LaImioni sono sostanziali o sussidiarie.

Molte domande e decisive incombono su questa delicata fase politica. A cominciare dal quesito fondamentale: riusciranno gli elettori “popolari e moderati” toscani a comprendere fino in fondo la differenza politica tra l’appoggio nazionale al governo Renzi e la netta posizione alternativa rispetto al Governatore Rossi incarnata da PASSIONE TOSCANA? La riprova sarà solo quella delle urne.

Tra tanti dubbi una certezza non negoziabile. Il progetto in cui crediamo procede. Se poi il passo necessario per portarlo avanti coinciderà con una maratona e non con uno scatto da centometristi, poco importa.

PRESIDENZA PTE (POPOLARI TOSCANI EUROPEI) e AREA BIANCA

Aprile 2015