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Num. 67 del 27 maggio 2011

SPECIALE DON LORENZO MILANI. LE SUE "PAROLE PROFETICHE"

NELL'ULTIMO LIBRO DI MAZZERELLI. L'INTERVENTO DI BANCHI.

Il Pozzo della Chiana è un paesino nel comune di Foiano della Chiana, a pochi km da Arezzo. Un paese che si e no sarà abitato da un migliaio di persone. Poche, vien da dire, ma con un bagaglio ricco che tanto ha dato e tanto ha ancora da dare. È proprio qui che Alessandro Mazzerelli, legato a questo luogo che gli ha dato i natali e non solo, è voluto tornare per presentare la sua ultima opera letteraria dedicata a Don Lorenzo Milani: "Parole eterne del mio amico Don Lorenzo Milani". Perchè il Pozzo? Perchè qui il profeta di Barbiana, conosciuto personalmente dall`autore, venne esaltato da un altro grande sacerdote come Don Giussani. È in questo contesto che il Presidente dell`associazione per il Pozzo, Sesto Donnini, ha inaugurato la serata di presentazione all`interno della sala del circolo. Un entusiasmo tangibile quello del presidente, mostrato a più riprese nel corso del suo intervento al fine di voler ringraziare Mazzerelli "per questa grande occasione- spiegava- dove si racconta finalmente la verità sul noto sacerdote".

Anche Roberto Milaneschi, Dirigente Nazionale MCL, ha preso parte all`evento spiegando come l`autore "parli, in primo luogo, di una vita vissuta personalmente" esaltando la figura di Don Milani. Figura integerrima che fece arrivare al Pozzo un altro uomo di levatura eccezionale come Don Giussani il quale "colse in pieno la sensibilità di Don Lorenzo- continuava Milaneschi- ma di più la coglie oggi Alessandro parlando di verità".

Poi il prof. Franco Banchi, giornalista, storico, filosofo, politico e Presidente dell'associazione Area Bianca chiamato ad intervenire per l`occasione. In primo luogo per l`amicizia che intercorre tra l`autore e lo stesso professore. L'intervento del professore è l'occasione, in primis, per enunciare la sua vicinanza all'associazione MCL come ad altri circoli del mondo cattolico citando una frase di Papa Giovanni XXIII: "ognuno si abbevera alla fontana del villaggio". È tale fontana che in questo contesto viene rappresentata dal "dono di Mazzerelli, raccolto in questo libro- sottolinea Banchi- con il quale cogliamo l'occasione per presentare un amico; Don Milani".

Poi è lo stesso professore a sottoporre sei spunti di riflessione intercalati da citazioni estratte direttamente dal volume. Fa notare come l'autore, tra le righe di questo libro " evidenzi che la chiesa non perirà sotto al Comunismo".

Poi il giuramento fatto da Alessandro al sacerdote di Barbiana, che implica una strada tortuosa e difficile per l'autore che però "mai è venuto meno".

Mazzerelli è legato al Decalogo di Barbiana (VEDI DOCUMENTO ALLEGATO), dove sono enunciati i punti fondamentali espressi da Don Milani per una corretta vita politica, che rappresenta "la strada politica, sociale e morale dell'autore". Un decalogo molto apprezzato anche dal professor Banchi che coglie l'occasione per spiegare come esso sia " il canto di un usignolo" se paragonato ad odierni personaggi come Beppe Grillo, i cui scomposti ed urlati proclami assomigliano "al raglio di una asino".

Banchi invita Mazzerelli a non perdersi d'animo continuando a portare avanti questa sua battaglia, giusta. Lo spunto per questo augurio viene dalla filosofa spagnola Maria Zambrano, conosciuta anche per la sua "filosofia dell'alba", perchè -come lei usadire - "ogni notte finisce con una nuova alba".

"Sarà stata più o meno l'alba quando Don Chisciotte iniziò il cammino": ecco la frase di Zambrano, ripresa dal professore, per augurare ad Alessandro che ogni battaglia sia il cammino verso una nuova alba.

L'occasione che si presenta a Banchi è buona per spendere due parole sulla situazione dell'est Europa "dove la chiesa ortodossa regge ancora alla tragedia del Comunismo ma anche al flagello del neo capitalismo incontrollato". Occasione che prende spunto dalle parole di Don Milani già enunciate nei lontani anni 60 quando il parroco aveva già ben compreso quale strada si era tracciata con tali ideologie.

Infine la strumentalizzazione fatta fino ad oggi della figura del sacerdote vittima di un tradimento. Un tradimento causato dall'uso improprio delle sue parole " prese a caso al fine di costruire uno strumento per i propri fini". Non concede sconti il professore a chi di Don Milani ne ha fatto un mostro. All'opposto"lui era testimone di una vera chiesa. - prosegue Banchi- Un sacerdote con la tonaca". Sul finale del suo intervento, il professore, ringrazia nuovamente Alessandro per il suo lavoro spiegando come " Mazzerelli non tradisce la parola di Don Milani ma la tramanda come fa la Chiesa che tramanda la parola di Dio da duemila anni".

Infine è il turno dell'autore, quasi commosso ma felice. Il Pozzo è la sua casa e qui vi sono ricordi incancellabili. È Don Giussani il primo citato ricordando come la sua visita nel paese della Val di Chiana esaltò la figura di Don Lorenzo Milani. Fu un convegno inusuale ma efficace che oggi, a distanza di anni, " Comunione e Liberazione sta esaltando".

Fu in quel lontano 31 luglio 1966 che per Alessandro"Tutto è cambiato"e per chi crede alle Parole del Profeta : "Indietro non si torna". Fu questa la data del famoso incontro tra l'autore ed il "profeta" come ama chiamarlo Mazzerelli. Profeta perchè già nei primi anni 60 il sacerdote aveva compreso tutto; dove saremmo andati, cosa avrebbero portato certe ideologie e come il mondo sarebbe mutato sotto al comunismo.

È in questo incontro, ricorda l'autore, dhe il sacerdote formulò immediatamente il Decalogo di Barbiana, prendendo a pretesto una sequela di domande al giovane Mazzerelli, intorno allo stato del PSI, del PCI, della DC e sulle motivazioni con le quali la "casta" autogiustificava le sue porcherie. "Il Profeta- spiega l'autore- con idee chiarissime reagivacon la proposta di secchi "divieti", che vanno a costituire la risoluzione possibile e geniale della secolare contraddizione fra "carità e potere", che ha mortificato il mondo cattolico. Ma il Decalogo di Barbiana è una proposta per tutti gli uomini di buona volontà, religiosi o laici, cattolici o pagani". Non solo il decalogo, però, è l'intuizione di Don Milani che apre a Mazzerelli un ventaglio nuovo di idee e di concezione della vita politica, sociale e morale. È sdegno quello provato ed enunciato dall'autore nel ricordare come il profeta sia stato oggi e negli anni passati tradito "proprio da quelle persone a lui più vicine- puntualizza Alessandro- dimenticandosi però che in giovane età sottoscrissero, su indicazione del sacerdote, il documento politico da lui proposto. Io ho ritrovato quei documento originali".

Che dire poi della geniale intuizione, spiegata da Alesandro, dei ventimila sanmarini, per eliminare l`imperialismo e per proteggere le culture e le identità ? "Sostanzialmente -aggiunse il Profeta - sarebbe protetta anche la pace, perchè le guerre diverrebbero guerricciole".

Insomma un insieme di idee e di speranze che non poteva essere assolutamente tradito. Da qui, la traversata di un "deserto" lungo quasi quaranta anni, ma che, grazie a Dio, trovò il sostegno e le salvifiche "oasi" di due grandi uomini di Chiesa, Padre Reginaldo Santilli, insegnante di Don Milani nel Seminario di Firenze e Mons. Luigi Giussani che, per onorare il Profeta di Barbiana, non indugiò a recarsi a Pozzo della Chiana, il paesello di origine di Alessandro Mazzerelli. È qui, alla fine di questa serata, che Don Carlo Bonechi, parroco del Pozzo, si alza ringraziando Mazzerelli e spiegando "come abbia apprezzato quest'uomo che parla con il cuore e con fede viva. Colgo l'occasione per proporre un pellegrinaggio di preghiera a Barbiana per rendere omaggio al sacerdote Don Lorenzo Milani".

Antonio Degl'Innocenti

Decalogo di Barbiana

  • Divieto di ricoprire più di una carica pubblica

  • Divieto di rimanere per più di due volte alla stessa carica pubblica.

  • Divieto della pubblicità personale dei candidati a qualsiasi carica pubblica.

  • Divieto di ricoprire una carica pubblica e una di Movimento, in maniera da consentire all`organizzazione politica il controllo sull`operato degli eletti.

  • Divieto di costituire correnti o gruppi di potere.

  • Divieto di aprire uffici per la promozione del clientelismo.

  • Obbligo della dichiarazione annuale, pubblica e giurata, di tutti i redditi e di tutte le proprietà da parte degli amministratori pubblici.

  • Irreprensibilità morale nella vita pubblica e privata.

  • Predisposizione della lista dei candidati, a qualunque carica pubblica, mediante una "scala dei meriti".

  • Esercitare la politica come servizio, evitando qualsiasi contrasto personale con gli altri servitori.