logo
logo PTE

Num. 44 del 17 aprile 2009

L’INTERVISTA

FRANCO BANCHI: “IL PDL E’ LA NOSTRA CASA. PRONTI A DARE UN CONTRIBUTO DECISIVO ALLE PROSSIME ELEZIONI”

Dopo il voto impegnati a costruire il partito del merito, delle competenze e del consenso

D. L’epilogo del congresso costituente PDL rappresenta più uno scoglio definitivamente superato o l’inizio di una roccia da scalare?

R. Né l’uno né l’altro. Il PDL è fisiologicamente ancora un cantiere. Per certi versi era doveroso fare un punto ed a capo di natura giuridica, costituendo un soggetto unitario. Serviva dunque un primo organigramma, un’armatura entro cui coordinare membra ed articolazioni plurime anche e soprattutto in vista del prossimo appuntamento elettorale, che, non dimentichiamolo, darà vita in Italia al più grande partito europeo della famiglia PPE.

D. Ma l’immagine dell’armatura non è riduttiva?

R. Certo. L’armatura può rappresentare una difesa che irrobustisce oppure una gabbia. Non dimentichiamoci che lo Statuto del PDL, per inciso votato non all’unanimità, prevede una fase transitoria, purtroppo molto lunga, ma non indefinita. Ciò vuol dire che, facendo valere la forza dal basso degli aderenti, a partire dai livelli territoriali, è possibile iniziare molto presto una fase di confronto congressuale. Io mi auguro che sia un confronto su temi e strategie e non su correntizzazioni personalistiche.

D. Comunque il peso delle appartenenze di origine ha pesato, pesa e continuerà a pesare…

R. Non lo nego. Anzi non si tratta in assoluto di un male. Se la dialettica, come nella fase virtuosa della storia democratico – cristiana , è indirizzata ad esaltare il pluralismo e la qualità della proposta politica, ben vengano le “correnti” di pensiero. Sono anche convinto che sta per iniziare nel PDL un profondo ed ampio processo di sotto – sopra, un po’ quello che succede arando i campi.

Certi movimenti di base, più che di vertice, fanno capire che alcune compagnie sono in formazione solcando in modo trasversale le squadre di appartenenza.

D. Può essere più esplicito, magari con qualche esempio?

R. In queste settimane, come dirigente regionale PDL, prima ancora che come coordinatore del movimento ( non partito !) dei Popolari Liberali per la Toscana, ho incontrato persone, gruppi, associazioni e circoli che mostrano un interesse vero a lavorare insieme ed a fare gruppo in nome di valori e prospettive condivise. E non si tratta di interessi tattici di basso profilo, ma di una condivisione legata ai contenuti ed ai modi dell’impegno in politica.

D. Che cosa intende per valori e prospettive condivise?

R. Mi riferisco all’essenza stessa dell’impegno politico. Alludo ai valori dell’umanesimo autentico, a quelli dell’antropologia cristiana, alle indicazioni laicamente tradotte della dottrina sociale della Chiesa. Ed ancora: ad un’idea di partito partecipata, popolare, democratica, basata su congressi veri, con regole certe a tutti i livelli. Ad un’idea di partito che rispetti le competenze, il merito, il curriculum personale e politico delle persone. Un partito, soprattutto, che selezioni al meglio la classe dirigente ed i candidati. E’ chiaro che in mancanza di questa metodologia interna di selezione non rimane che il ritorno al voto di preferenza. Al riguardo ho constatato il montare di una marea, costituita anche da autorevoli esponenti nazionali del PDL, in favore del voto di preferenza. Con questi amici è possibile, anzi doveroso un cammino comune.

D. Quello che dice riguarda anche la visione economica?

R. Certo. Soprattutto ora che stanno cadendo i miti di un liberismo senza freni e regole è necessario rifondare la progettualità politica sull’economia sociale di mercato. La tradizione del popolarismo liberale italiano è la più attrezzata al riguardo. Serve produrre la ricchezza rispettando, anzi potenziando la dimensione della socialità. Ciò non vuol dire assistenzialismo o spreco, significa piuttosto recuperare la lezione sturziana della sussidiarietà e delle autonomie responsabili.

Il PDL è il soggetto giusto per garantire questo equilibrio.

D. Alla luce di quanto afferma, sembra che molto sia cambiato nei rapporti tra mondo cattolico e centro –destra, spesso guardato con distacco, se non con diffidenza…

R. Sarebbe banale far riferimento all’analisi dell’ultimo voto per le elezioni politiche, che ha visto tantissimi cattolici scegliere il PDL. Questo è importante, ma ancor più significativa è la convergenza di fatto su molte scelte fondamentali nel campo bio – etico, della politica familiare, della libertà di educazione compiute dal PDL a livello di esecutivo e parlamento.

Detto ciò io non invoco, né invocherò mai un neo – collateralismo ( storicamente imposiibile ); preferisco sinergie e condivisioni nei fatti. Il voto dei cattolici, da cattolici, dobbiamo conquistarcelo sul campo.

D. Quali le previsioni per le prossime elezioni di Giugno?

R. Sono elezioni diverse per significato e tipologia. A livello europeo, come detto, il PDL è la casa italiana del PPE. Dobbiamo farlo diventare il primo in europea . L’Italia, per storia, tradizione e coraggio nell’elaborazione culturale merita questa virtuosa supremazia, che contribuirà a far contare sempre di più il nostro Paese nel continente.

Nell’ ambito amministrativo, parlando della Toscana, voglio esser realista fino in fondo.Se e là dove l’apparato di potere della sinistra si incrina ( vedi la presentazione diffusa di molte civiche nate dalla costola del centro – sinistra ), mantenendo l’unità del e nel PDL ( magari aperta al contributo civico) e scegliendo i migliori candidati possibili, la vittoria è alla nostra portata.

Ancora una volta Firenze è la capitale di questa nostra scommessa. L’esperienza di Giovanni Galli, partita in sordina, ora, grazie anche al contributo armonico di tutti, sta crescendo giorno dopo giorno. Io ho fiducia nei fiorentini, spesso conservatori, a volte però , quando la misura è colma, agitatori incontenibili. Mi auguro che la protesta si indirizzi lucidamente verso una proposta alternativa di governo reale.

D. Che contributo specifico darà il vostro movimento alla prossima tornata elettorale?

R. Visto che le idee camminano sempre con le gambe di persone in carne ed ossa, i Popolari Liberali, sentendosi parte integrante, anzi fondativa del PDL, stanno mettendo il cuore e l’anima in vista del prossimo appuntamento elettorale. E’ stato e continuerà ad essere forte il nostro contributo all’elaborazione programmatica. Prendo ad esempio la forte collaborazione instaurata con Giovanni Galli, candidato Sindaco di Firenze, a cui, durante la visita del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, abbiamo consegnato un sobrio ma solido taccuino di proposte. Ci ha fatto piacere constatare che, durante la sua prima uscita pubblica, accompagnata da un concorso straordinario di folla, abbia fatto più volte riferimento a quel gruzzolo di idee per Firenze.

Per il resto, avremo un’agguerrita e preparata pattuglia di candidati Sindaci nelle varie realtà territoriali; correremo in diversi collegi provinciali; esprimeremo in molti dei 232 Comuni al voto nostri candidati consiglieri, a partire da quelli sopra i 15.000 abitanti e dai capoluoghi di Provincia ( consiglieri di quartiere compresi).

La redazione