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Num. 43 del 3 aprile 2009

FOCUS: UNA VIA TOSCANA AL PDL PER BATTERE IL CENTRO - SINISTRA

Ora che, in attesa della composizione dei vertici regionali e territoriali del PDL, siamo tutti soldati semplici, è possibile sviluppare, a mani nude e senza il peso dei gradi, un discorso culturale e politico particolare sulla Toscana.

Ci sembra giusto partire dalla madre di tutte le domande: esiste un’identità del PDL pensata e sviluppata specificamente per la Toscana?In altre parole, la competizione ormai avviata per strappare al centro – sinistra le realtà amministrative della nostra regione può esser calibrata sul solo livello nazionale, forte di uno stile e di una leadership ormai consolidati, oppure serve un supplemento, un valore aggiunto, un baricentro politico – programmatico più ( o tutto ) toscano?

Dalla “pancia” della Toscana, proprio da quelle realtà che più profondamente vivono il disagio di una cronica mancanza non solo di alternativa ma addirittura di semplice alternanza, arrivano forti segnali di insofferenza, una volontà diffusa, anche se non compiutamente razionalizzata, di costruire progetti amministrativi fondati sul rinnovamento morale e sulla discontinuità programmatica.

Da più parti, geograficamente ben distribuite, arrivano notizie di aggregazioni civiche o civico –politiche generate dalla costola aperta e sanguinante del PD, più marcatamente dagli scontenti di matrice ex –DS. Al riguardo è particolarmente significativo il fatto che fuoriescano dalla cittadella assediata delle maggioranze non solo componenti associative, movimenti, battitori liberi, ma, in modo consistente e non casuale, amministratori che, in certi casi, hanno fatto la storia di una comunità.

Qualche anno fa, in una famosa canzone, Battiato invocava “ un centro di gravità permanente”. Anche la politica toscana, fatta di mille volti e percorsi, ma sempre alla ricerca di un alternativa all’attuale sistema di potere ha questo stesso fondamentale bisogno.

Il PDL toscano è attrezzato per essere il punto forte di riferimento ed il crocevia di confluenza di questo variegato ma prezioso mondo in cammino verso l’alternativa?

La risposta è sicuramente affermativa, nel rispetto però di condizioni precise, che, di fatto, sono la declinazione toscana di quel nome e di quella sigla che ci siamo dati a livello nazionale.

Prima. Il Pdl deve rinunciare alla tentazione dell’egemonia politico – organizzativa rispetto a quelle realtà territoriali nate dal basso che rappresentano una vera espressione di “popolo”. A questo popolo noi dobbiamo dare non direttive dall’alto, ma offrire quella palestra di confronto e libertà che antepone le persone e le comunità al professionismo della politica.

Seconda. Il Pdl toscano deve puntare molto sulla sua vocazione sussidiaria. Allearsi e diventare compagno di strada, sia in campagna elettorale che durante la successiva esperienza di governo, di tutti coloro che non ne possono più di realtà amministrative onnipotenti ed onnivore e puntare ad un Comune “leggero”, che s’impegni, quasi con un patto politico, a non fare dall’alto ciò che i corpi intermedi possono realizzare meglio dal basso.

Terza. Il PDL toscano, forte dell’adesione nazionale ai principi ed ai valori del popolarismo europeo, deve impegnarsi a costruire, anche nella nostra regione, un solido ponte con tutte le espressioni del mondo cattolico. Il collante dell’ispirazione cristiana, pur interpretato con stile laico, può essere un ulteriore elemento di polarizzazione e di identità per una regione, che, pur fra molte contraddizioni, ha rappresentato una parte rilevante della storia del movimento cattolico.

Quarta. Il PDL toscano ha il dovere, in quanto grande partito popolare e quindi interclassista, di presentare programmi e candidature espressive delle più alte “sintesi sociali”, proprio per usare un’espressione felice di Don Luigi Sturzo.

Dall’ efficace combinazione di queste condizioni potrebbe verificarsi non un miracolo politico, che appartiene ad altri ambiti, ma la reale praticabilità diffusa di un ribaltamento delle attuali maggioranze sul territorio. La responsabilità è dunque grande. Sarà questa, e non la pur legittima competizione per l’organigramma interno, a dare ai toscani la misura reale della centralità del PDL.

FRANCO BANCHI

PDL della Toscana

Pubblicato su “IL NUOVO CORRIERE DI FIRENZE” del 3.04.09