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Num. 36 del 16 gennaio 2009

Speciale: Un contributo per conoscere più da vicino una delle vicende meno studiate di Firenze

IL DOTT . CONCIANI E L’ABORTO NELLA CULLA DELLA VITA

Nel contesto della stringente attualità e della realtà culturale e politica di Firenze è motivo di documentazione storica parlare di Giorgio Conciani.Un recente studio, che è in fase di elaborazione definitiva,a cura di Antonio degl’Innocenti approfondisce uno degli argomenti più controversi della storia cittadina degli anni’70.La memoria di questi accadimenti rafforzerà sicuramente in tutti i ‘fautori della vita’ il loro profondo convincimento e le motivazioni all’agire concreto.

Giorgio Conciani fu l’uomo che porto in Italia l’occasione per l’approvazione della legge 194 e successivamente le questioni inerenti le pratiche di eutanasia. Analizzando quelle che furono le battaglie, le mistificazioni, gli entusiasmi del tempo la battaglia per l’approvazione dell’aborto fu una vera e propria “guerra oscura”. Chiaramente non era possibile stabilire numeri e cifre che potessero dare una reale situazione di aborti in clandestinità ma, nonostante tutto, sia la grande stampa che gli organi di informazione, poco si curarono di questo aspetto cogliendo il tam tam del momento.

L’opinione collettiva rispose a pieno a queste provocazioni accogliendo la proposta radicale ma, probabilmente, conoscendo poco la vicenda fiorentina degl’anni 70.

Firenze centro focale della lotta alla vita fin dall’antichità dove nacque, primo nel mondo, l’Ospedale Degli Innocenti. Un istituto per l’accoglienza e custodia della vita al quale volsero un occhio di particolare attenzione le grandi menti del tempo come Brunelleschi, che lo progettò o i Della Robbia che lo addobbarono con bimbi in fasce sulla facciata che da in Piazza Santissima Annunziata.

Firenze non ha solo una storia antica di arte, di grandi letterati ma di una cultura della vita. Da qui parte la riflessione sul perché l’aborto “passando da Firenze”? Firenze centro e fulcro sulla questione della vita in Europa prima e in Italia dopo. Vanno ricordati La Pira, Zeffirelli come figure che hanno lavorato e studiato presso l’Ospedale Degli Innocenti che ha chiuso la sua “ruota” (dove venivano deposti i bimbi abbandonati) nella seconda metà dell’800. La questione sulla “vita e la morte” si riapre negli anni 70 e nella città Toscana riemerge questo senso antico agli albori della società contemporanea. La vicenda del dot. Conciani, talvolta trascurata, mal ricordata o poco tramandata racchiude in se le controversie di una città, come tra “guelfi e ghibellini”. Qui prendono spazio le pratiche abortistiche, la lotta dei Radicali, un dottore che pare anche filosofo in una società moderna, che da adito all’introduzione del metodo dell’aspirazione fino alla teorizzazione ed applicazione dell’eutanasia.

Dall’altro lato l’On. Carlo Casini, i Centri di aiuto alla vita e lo stesso Movimento per la Vita fanno riemergere le antiche tradizioni di questa città. Una battaglia che coinvolge, successivamente ,tutto il paese, non lasciando estraneo nessuno, ma incitando gran parte della società con numeri ed “azioni”.

La grande stampa, scrittori, registi, politici, associazioni, la chiesa, tutti coinvolti. Nelle fila dei credenti qualche scricchiolio si avverte. Incoerenza di parte del mondo ecclesiastico, dei suoi fedeli, provocano la mancanza di un’azione sinergica ed efficace. Vincono, in parte, la loro lotta i Radicali; ma a quale prezzo? Il prezzo di lasciare nuovamente sole queste donne che per una gravidanza non desiderata optano per l’aborto. I numeri si susseguono incessanti ma dalle prime fonti Istat, dopo l’approvazione della 194, pare chiaro quanto i numeri della clandestinità non siano reali. Da qui possiamo anche domandarci come era possibile fare stime del genere se gli aborti erano, appunto, clandestini.

Antonio Degl’Innocenti