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Num. 9 del 16 novembre 2007

Editoriale: PERCHE` NON DIRSI POPOLARI LIBERALI

Cronaca di un Convegno che può cambiare l`UDC ed unire il centro-destra

A Verona si fa la storia, o meglio, la storia del centrodestra. La storia dei popolari e liberali, come il titolo del convegno, che dimostrano il loro no ad una sinistra priva di valori, frammentata, assente dalle reali esigenze della popolazione. Colpisce, che tanti colleghi giornalisti, se cosi mi è permesso dire, non abbiano esaltato questo momento di grande importanza che non solo vede il centrodestra nuovamente unito in un confronto ma risalta la nostra tradizione cattolico liberale. Grazie all`Onorevole Carlo Giovanardi e a tutti gli amici e dirigenti del partito come Franco Banchi questa realtà è ancora presente, viva e vicino alla gente. Il compito di ognuno è quello di riuscire a trasmettere questi valori che compongono, non soltanto il nostro partito, ma tutta la storia del nostro paese e dell`Europa. Principale riferimento diviene la fede in Dio, unica guida possibile, per la realizzazione di questo grande progetto. Una fede che è fonte ispiratrice delle azioni di ognuno senza aver paura ed essere costretti a compromessi che cancellano e snaturano i principi nei quali si basa la dottrina sociale della chiesa. Unica via possibile si dimostra questa unità del centrodestra che accoglie e dà voce a questo ideale, non solo in Italia ma in tutta Europa. Un convegno che ha raccolto la voce di tutto il paese, di tutti coloro che credono in una società migliore, in uno stile di vita, in una cultura che sembrava ormai persa ed adesso ritrovata. I nomi delle grandi figure che hanno segnato la nostra storia, e non solo, risuonano nel salone di Verona; Don Sturzo, De Gasperi, Papa Benedetto XVI,.. L`entusiasmo, la grinta, la voglia di ripartire, il coraggio di non tacere, regalano un`indimenticabile convegno. Un convegno che porta con sè un alto tenore di contenuti nei quali risalta la dignità di ogni uomo, il valore di ogni persona. I molti interventi avvenuti delineano le caratteristiche di questa realtà che si dimostra realmente democratica e popolare. L`Onorevole Carlo Giovananrdi ha esplicitato bene la condizione " Liberali perché popolari e non viceversa" e lo ha fatto grazie ad una citazione di Helmut Kohl:
"Dobbiamo saper essere conservatori sul terreno dei grandi valori,
riformisti su quello delle politiche istituzionali,
liberali nell`economia
e democratico - cristiani nelle politiche sociali,
privilegiando, sempre e comunque, la difesa in concreto
della dignità di ogni singola persona umana".

Una realtà che non ha timore di farsi sentire, di dimostrare i propri valori e il proprio credo al fine di garantire una giustizia sociale. Una realtà che conclude il suo convegno con la Santa Messa, la quale, riporta l`attenzione di tutti all`unica figura maestra che è Dio. "In questo nostro mondo, senza Dio l`uomo perde la sua grandezza - spiegava Benedetto XVI - senza Dio non c`e` vero umanesimo"

Antonio Degl`Innocenti

Il punto: STORIE DI MUMMIE ED IDEOLOGIE MUMMIFICATE

"IL CAIRO - Un team di esperti francesi, statunitensi ed egiziani è riuscito a ricostruire il volto di Tutankamon, attraverso una tomografia computerizzata ..." citava qualche giorno fa un articolo del Corriere della Sera. Ma anche l`Italia non è rimasta assente alle mummie; ed una equipe, capeggiata dal nostro caro Diliberto, ha riscoperto la mummia di Lenin. A parte l`ironia, la cosa sembra abbastanza preoccupante, visto che i nostri politici, invece di occuparsi di problemi di governo, si curano di come salvare la mummia di Lenin. Putin si sente un po` infastidito dalla presenza del mausoleo, ma le sue preoccupazioni sono terminate non appena sono arrivati i nostri, i quali, hanno dato piena disponibilità nell`adottare il venerato fossile. Ci mancava solo questa per completare l`opera di questo governo. Una situazione imbarazzante anche per tutto il paese, visto che gli unici disponibili all`adozione, sembrano essere solo i nostri. In Russia, in Cina, nei paesi dell`est Europa, in Sud America e nell`Europa occidentale non la vuole nessuno ma noi si. Tutto sommato, il buontempone di Diliberto, ha dovuto lasciare il suo caro e venerato idolo nella gelida piazza di Mosca. Ora arriva spontanea la domanda, di quale futuro possiamo aspettarci da una colazione cosi? Nonostante i milioni di morti provocati dal pensiero Leninista-Marxista ancora oggi, si insiste, a venerare una mummia. Probabilmente, Diliberto, emozionato dalla vista del suo maestro non ha fatto caso al resto dell`Est Europeo che ancora riporta le gravi ferite del Comunismo. Quello che viene da chiedersi, ancora oggi, è con quale criterio la parola comunista ed i simboli che lo rappresentano si siano incastonati nella nostra società come qualcosa di assolutamente normale. La fame, la povertà, il collasso di interi paesi ha fatto di questo regime il peggiore mai esistito, ma nonostante tutto, sembra non essere chiaro a molti. Come qualsiasi sistema totalitario o di oppressione, qualsiasi nome e simbologia riferita ad una dittatura dovrebbe essere bandita. Come lo è stato, giustamente, per il Fascismo, il Nazismo ed altre forme dittatoriali non si capisce perché ancora vivono e vegetano partiti e fazioni che inneggiano al Comunismo. Probabilmente, il quadro, va rivisto in una più complessa forma di "appiattimento mentale" e mancanza di una debita cultura, che induce la stragrande maggioranza delle persone, ad essere incurante ed inconsapevole. Adesso siamo al culmine della "demenza" che vede, addirittura, un incosciente volontà di salvare la salma di Lenin, come se fosse un Dio da venerare, un maestro da seguire. Questo si dimostra come un insulto, un affronto a tutte le vittime del Comunismo, che ancora, purtroppo, riesce a mietere. Un insulto alla nostra tradizione e cultura Italiana, che lo si voglia o no, ha portato la civiltà nel resto d`Europa e non solo.

Antonio Degl`Innocenti