logo
logo PTE

“Il Nuovo Corriere di Firenze” del 18 Dicembre 2008

PDL: DOVE PORTA LA LUNGA MARCIA DEI 5000

Giorni importanti, decisivi per il PDL toscano, in particolare per quello fiorentino. Al massimo del rovello e del groviglio politico in casa PD corrisponde la naturalezza estrema del neo-partito del centro-destra nel fare quello che un tempo riusciva bene ai competitori dell’altra parte dello schieramento: tavoli di partecipazione nelle piazze delle cittadine toscane per eleggere i delegati al prossimo congresso nazionale, tavole di popolo intorno a cui riunire ( evento della scorsa settimana celebrato alla fortezza) ben 5000 cittadini della nostra regione.

Con frase fatta e sicuramente abusata potremmo dire che la battaglia preliminare è superata, ma il cammino per la vittoria è assai lungo ed aspro. Nel mezzo c’è niente meno che la ‘lunga marcia ’.

Da uomo che si appresta ad entrare nel PDL con un alle spalle una cospicua eredità post e neo –democristiana sento il dovere di mettere sul ‘tavolo costituente ’ regionale e provinciale alcune riflessioni utili prima al dibattito plurale che si è aperto, successivamente alla necessaria sintesi ( che auspico più prossima e meno ventura).

Prima considerazione di metodo. Ora che il PDL, anche nella nostra difficile realtà, ha guadagnato il centrocampo della politica non può limitarsi a passarsi la palla in modo narcisistico, ma ha l’obbligo di finalizzare. In altri termini, dopo aver dimostrato che tatticamente c’è, deve dar luogo e senza indugi alla strategia.

Seconda considerazione. Strategia, a mio parere, significa capire prima e far comprendere poi ( cioè subito) agli elettori che, accanto alla ‘questione del nord ’ ed a quella del sud, esiste una precisa ‘questione del centro Italia ’. Ovvero, il centro geografico della nostra penisola non è irrecuperabile per decisione del fato, ma, a certe e precise condizioni, è anch’esso soggetto alla legge ciclica e democratica dell’alternanza.

Terza considerazione. Tale alternanza, meglio ‘alternativa’, è possibile non solo o non tanto confidando nel traino nazionale, ma investendo su tre risorse fondamentali: quella umana, fatta di profilo morale, radicamento civile, professionalità e competenze; quella culturale, fatta di attenzione nel rispettare i ‘mondi’ di riferimento, in particolare recuperando compiutamente i rapporti con l’associazionismo cattolico, vincendone così diffidenze dure a morire; quella politica, tutta basata sulla convinzione profonda, non tanto propagandista, che l’impresa è realmente possibile, con il conseguente impegno ai massimi livelli del PDL nazionale, sebbene attraverso il riconoscimento di un’ampia libertà di manovra alla dirigenza locale.

Quarta considerazione, ultima e prima insieme. L’impresa toscana, in particolare quella fiorentina, è possibile se il PDL, contrariamente ad un PD tutto ripiegato su se stesso, infrange il mito dell’auto –sufficienza e, mettendo in pratica quanto detto prima, si apre alle grandi risorse disponibili fuori dal perimetro dei partiti, magari gelose della propria autonomia civica, ma pronte comunque all’alternativa.

FRANCO BANCHI – Coordinatore Regionale Popolari Liberali per il PDL