

Il Coordinatore dei Popolari Liberali della Toscana a tutto campo su PDL e “temi caldi”
BANCHI: “LA TOSCANA ATTENDE UNA SVOLTA. IL PD E’ A PEZZI. PER IL PDL E’ IL MOMENTO DI COSTRUIRE UN VERO PARTITO DI POPOLO E DI GOVERNO”
Servono democrazia interna e selezione trasparente per merito dei candidati. Sull’alleanza con l’UDC niente fughe in avanti, ma decisioni collegiali di respiro strategico.
Alla vigilia di una stagione impegnativa ed in cui servono decisioni “pesanti”, i Popolari Liberali della Toscana, movimento politico guidato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio CARLO GIOVANARDI, fanno sentire la propria voce e collocano nel campo della politica regionale, in particolare in quello “amico” del PDL, i propri paletti.
Nell’odierna conferenza stampa tenutasi a Firenze presso il caffè storico GIUBBE ROSSE, Franco Banchi, Coordinatore regionale dei Popolari Liberali per il PDL e membro della Direzione Nazionale; Manola Aiazzi, Coordinatrice Provinciale di Firenze, hanno affrontato a 360° molti tra i temi caldi dell’attualità politica.
“In un momento in cui il PD attraversa una vera e propria crisi d’identità, di conduzione e di gestione, il costituendo PDL – afferma Banchi – ha il dovere morale, prima ancora che politico, presso i propri elettori toscani di operare un vero e proprio colpo d’ala. E’ il momento di rompere la ragnatela dei tatticismi interni e delle convenienze incrociate per dar vita immediatamente ad una fase costituente vera, che non sia una semplice giustapposizione di precedenti rendite di nicchia, ma una scommessa nuova che cammina con la testa e le gambe di quei tanti elettori PDL che hanno di fatto già superato le casacche e le sigle di provenienza. Ecco perché – prosegue il coordinatore regionale – accettiamo solo pro-tempore e come misura transitoria la logica delle quote bloccate nella composizione degli organi costituti del PDL a tutti i livelli. Il nuovo soggetto politico, nella sua evoluzione naturale, che dovrà essere fondato prima possibile su una larga e partecipata democrazia dal basso, è potenzialmente molto più largo della somma delle attuali nomenclature”.
“Al riguardo – prosegue Manola Aiazzi – chiediamo che vengano convocati al più presto i tavoli provinciali del PDL per discutere innanzitutto dei progetti alternativi con cui la nostra alleanza intende inchiodare le inneficenze ed il malgoverno del centro –sinistra. Per poi passare, per merito e capacità e non con in mano il manuale Cencelli, alla scelta dei candidati migliori per le prossime amministrative. Tutti dovranno essere scelti al massimo livello, poiché non dobbiamo fornire alcun alibi agli innumerevoli ‘fiaschi amministrativi’ che il centro-sinistra ci mette sotto gli occhi”.
“La serietà del momento impone – aggiunge Franco Banchi – che nel PDL il senso della squadra prevalga su sterili partigianerie. Ci fa piacere che Forza Italia rivendichi i successi, anche numerici, dei suoi uomini e delle sue donne. Se in Toscana sono stati eletti 14 parlamentari azzurri siamo i primi ad essere contenti. L’importante è non dimenticare che ciò è stato possibile grazie anche ai quasi 74.000 voti che nella sola Toscana si sono spostati dall’UDC al PDL ( Fonte Poggi & Partners) ), pur in assenza di candidature riconducibili ai Popolari Liberali. Ecco, diciamo con chiarezza che una soluzione del genere, che noi abbiamo accettato solo perché la posta nazionale in gioco era eccezionalmente importante e storica, non è riproponibile. In molte realtà locali le nostre candidate ed i nostri candidati, ne siamo sicuri, saranno un ottimo valore aggiunto per strappare al centro –sinistra molte amministrazioni, specialmente dove si vince o perde per una manciata di voti.
“Nella scelta dei candidati a Sindaco – precisa Banchi non senza ironia – noi chiediamo un supplemento di rigore verso quelle figure che potrebbero ‘saltare il fosso’. Visto che siamo in tema di Olimpiadi, non ho difficoltà a fare un paragone: come sono sempre un po’ perplesso verso quegli atleti ‘naturalizzati’ che cambiano nazionalità all’improvviso allo stesso modo sono scettico verso le repentine richieste di passaporto politico. Forse la richiesta di un supplemento di motivazioni e la verifica della condivisione dei fondamenti comuni non guasterebbe. E questo anche per il rispetto degli elettori, che provano repulsione per i trasformisti”.
“Qualche parola chiara anche sulla questione UDC. Se il partito di Poli e Bosi torna laddove noi siamo sempre stati, cioè dentro un centro che ha scelto di opporsi alla sinistra ed al PD,credo che ciò sia un indubbio rafforzamento dell’alternativa al sistema di potere toscano. Nutro però qualche dubbio sull’insistito corteggiamento che proviene da alcuni settori del PDL. Non c’è niente da corteggiare – taglia corto Franco Banchi – ma solo da reclamare con rigore il rispetto della volontà degli elettori toscani, visto che l’UDC, in contraddizione con quanto sta facendo a livello nazionale, governa quasi dappertutto con il centro –destra ( salvo la gravissima eccezione di Massa). Faccio inoltre notare che l’elettorato UDC, dallo scorso aprile, è profondamente cambiato come composizione ed il suo baricentro è già più spostato verso il centro –sinistra. Non vorrei che un corteggiamento insistito ci portasse ad avere troppi pescatori e pochi pesci.
In altre parole – conclude Banchi – è bene non fare fughe in avanti sulla ‘questione UDC’. E’ giusto che tutto il PDL a suo tempo compia scelte collegiali, chiedendo al partito di Casini opzioni strategiche ed omogenee, non solo di carattere elettoralistico, ma di schieramento politico.
I Popolari Liberali, che tanto hanno pagato per salvaguardare la coerenza dei loro principi, si dicono fin da ora contrari ad accettare accordi con l’UDC che teorizzino di fatto maggioranze variabili od opzioni a macchia di leopardo. Gli elettori infatti non gradirebbero la filosofia del saloon , per cui si entra e si esce da una maggioranza con cinica disinvoltura”.
Infine Banchi ed Aiazzi tornano sul delicato tema del voto di preferenza.
“Il PDL dovrà decidere in quanto partito una posizione ufficiale sul tema delle preferenze. Noi siamo ostinati a portare questo tema in tutte le sedi possibili di confronto. Diciamo fin da ora che il nostro non è un dogma assoluto, ma frutto di un preciso concetto di partecipazione politica. Noi non siamo in nessun caso per il primato del partito o del leader sulle persone che fanno politica. Un conto è rimettersi alla logica della maggioranza che governa un partito, altra cosa è accettare una cooptazione verticistica fine a se stessa.
Questo ci fa dire che, al limite, si potrebbe rinunciare al voto di preferenza solo se la scelta delle candidature interne ai partiti fosse basata su parametri oggettivi e trasparenti: consenso, merito, capacità. Al PDL – concludono i due esponenti Popolari Liberali – chiediamo di non nascondere la testa sotto la sabbia dinanzi a questi delicatissimi problemi di democrazia. Per questo non ci convincono le posizioni di chi definisce la preferenza un’anomalia tutta italiana ed una pratica superata dalla storia. Ci impegneremo a tutti i livelli per cambiare la legge regionale toscana che, frutto di un pessimo accordo trasversale, sta ancora suscitando nel vivo della società civile un intimo moto di protesta.. Le alleanze sul campo non mancheranno”.
Franco Banchi
Coordinatore regionale Popolari Liberali – PDL
Firenze, 21 agosto 2008