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IL GIGLIO BIANCO

Giornale Settimanale del PTE

Anno III, n. 28 – I Settimana di Gennaio 2014

NCD: “FALSA MOSSA” E STRATEGIE VINCENTI

C'è un errore che lo schieramento alternativo al centro-sinistra non deve assolutamente compiere: alzare a dismisura il tono della “lotta” interna permettendo a Matteo Renzi di fare il bello ed il cattivo tempo.

Il leader del PD, al momento il maggior partito italiano, non può permettersi, allo stesso tempo, di guidare la maggioranza e l'opposizione di questo Paese. Un giorno vuole il rafforzamento del “suo” governo, dal quale reclama un'azione sempre più incisiva; un altro strizza l'occhio agli umori dei grillini e cavalca le spinte anti-europeiste. Questo panteismo politico di Renzi non può essere permesso sine die.

Mentre non compete a noi sapere e capire quello che si farà nel centro-sinistra al riguardo (...a ciascuno la propria croce), è assolutamente doveroso ed improcrastinabile decidere la strategia nel campo alternativo.

Gli amanti della storia e della strategia militare (più vicina di quanto non si creda a quella politica) conoscono bene ciò che accadde nella battaglia di Liegnitz (1241). I Mongoli, che volevano sfondare il fronte est europeo, con una “falsa mossa” attrassero a sè la gran parte dell'esercito nemico, sconfiggendolo.

Tale metafora militare, importata nella politica italiana, ci può essere utile per due tipi di questioni. La prima: non si vince solo con la difesa, lasciando scegliere agli attaccanti il quando,il dove,il che cosa del combattimento. Matteo Renzi, che noi conosciamo bene per condividere con lui il paese natale, è un maestro della strategia di attacco. Invece è sicuramente battibile nel momento in cui la scacchiera è mossa da altri. Se viene dato al Sindaco di Firenze il tempo per fare una mossa e già pensare alla seconda, la partita è chiusa prima di cominciare.

Ma c'è anche una seconda questione.Renzi è convinto che il NCD sia geneticamente identificabile con il sotegno al governo Letta, quasi a prescindere. Invece, questa è la mia opinione, il NCD, proprio a cominciare dai Ministri, ma basandosi soprattutto sul lavoro dei gruppi parlamentari, deve dimostrare nei fatti che il governo è un mezzo e non il fine dell'azione politica della nuova formazione. Il partito di Alfano deve qualificarsi ancor di più sulla frontiera della proposta politica ed in nome di essa, se occorre, fare un salto “senza rete”, in pratica giocarsi tutto.

Ecco solo alcuni esempi: interventi eccezionali (ma entro un quadro che guardi a future riforme coordinate) a favore della famiglia, che, al momento regge, quasi da sola, la faccia feroce della crisi economica ed intorno a cui ruotano tutte le debolezze da sostenere.

Definizione di un quadro globale di valore entro cui inscrivere scelte delicate (matrimoni gay, unioni civili, legge sull'omofobia,bioetica..), nella consapevolezza che un governo non si regge solo sulla visione economica, ma anche antropologica.Ai nì di Renzi in materia, in NCD deve contrapporre il linguaggio evangelico dei sì e dei no.

Infine, la legge elettorale, primo passo verso una più incisiva ed ambiziosa riforma istituzionale. Al riguardo, l'auspicio è che si mantenga il bipolarismo, non facendolo però coincidere con il bipartitismo. La “cultura” di coalizione deve essere incentivata, non come furbizia tattica, ma volano verso una profonda affinità programmatica e progettuale, che porti alla formazione di governi compatti e solidi. Non reputiamo i collegi uninominali soluzione ottimale, visto che c'è il rischio reale di ennesime imposizioni dall'alto. Ci sembra preferibile la circoscrizione, magari territorialmente più contenuta, con liste corte e voto di preferenza, l'unico che garantisce un forte legame tra elettore ed eletto.

All'imminente “revisione” a cui si sottoporrà il governo Letta, il NCD dovrà arrivare con questo abbondante “peso specifico”, senza indietreggiare di un millimetro. Altrimenti, proprio in nome dei contenuti e del bene comune, non sarebbe scandaloso dire un chiaro no.

In questa delicata fase il NCD deve dunque avere due occhi: uno attento alla nascente organizzazione interna (per altro non facile); l'altro, ancora più importante, all'affinamento ed alla comunicazione della propria strategia politica.

Un'ulteriore riflessione ci porta poi a ritenere l'attuale fase politica, con i suoi equilibri instabili, non ancora il vero traguardo conclusivo.

Alfano ha fatto bene a prevedere una costituzione dinamica ed aperta del NCD. Il cantiere, questo è il mio parere, deve allargarsi a cerchi concentrici e comprendere, alla fine, tutti coloro che vogliono cotituire anche in Italia il PPE. Non certo nella versione “terzopolista”, ma, com'è in tutta Europa, nell'accezione bipolare, che vede dall' altra parte il PSE (Partito socialista europeo).

Se questo sarà il disegno strategico, d'attacco e non sulla difensiva, ne vedremo probabilmente delle belle. Non credo, infatti, che alla sinistra di Renzi si starà all'infinito ad osservare ciò che accade con sguardo pietrificato. Questo porterà a due scenari possibili: Renzi fa evolvere il PD verso lidi post-socialdemocratici, quasi liberal-democratici, provocando una scisssione a sinistra oppure entra, suo malgrado, nella parte assegnata e fa davvero il leader della sinistra italiana, seppure in versione “laburista”. In entrambi i casi urge rispondere a questi scenari con la rapida costituzione della sezione italiana del PPE, unica strategia d'attacco,ampio respiro e prospettiva politica che può battere in modo limpido e pulito Matteo Renzi.

Franco Banchi