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Perché ho accettato di candidarmi.

Cara amica, caro amico, nel motivare il mio impegno in politica vorrei partire, innanzitutto, dal mio impegno nell’Associazione Scienza & Vita Firenze di cui sono consigliere. In tale veste ho partecipato a diverse iniziative, sulle così dette tematiche eticamente rilevanti, organizzate da enti pubblici, (regione, comune), o da associazioni prossime a tali enti e, debbo dirti, quello che ne è uscito non è un quadro rassicurante per chi, come noi, ha a cuore il futuro dell’uomo e crede nella laicità vera, quella accogliente, calibrata sull’amicizia tra fede e ragione.

Mi sono accorto che sulle tematiche dell’inizio e del fine vita, il leit motif è sempre lo stesso, garantire ad ogni essere senziente, (Peter Singer docet), umano e non umano, il diritto ad una esistenza dignitosa.

I moderni illuministi, paradossalmente fautori di una laicità che esclude, confondono la dignità di una vita con l’efficienza fisica e la perfezione cromosomica, ponendo l’enigma di chi possa considerare una vita degna o non degna di essere vissuta. La dignità sarebbe, così, qualcosa di formale e di attribuito dall’esterno, e non già presente nell’uomo. Uomo che alla luce di approfondimenti svolti sul beato Rosmini reputo sempre più innesto ontologico in Dio Padre attraverso il Figlio.

È la dicotomia tra cultura e natura, tutto è cultura, da ora in poi non ci sarà neppure più distinzione tra i sessi ma una vaga prospettiva di genere, nella quale ognuno di noi rischia di perdere, in definitiva, se stesso.

Firenze, patria dello “Spedale degli Innocenti”, delle oblate ospedaliere di Monna Tessa e della Misericordia, si è inserita a pieno titolo in questa deriva laicista, accogliendo al Meyer il prof. Verhagen e il protocollo di Groninger, pro eutanasia per i fortemente prematuri; aprendo la strada alla sentenza della Corte Costituzionale contro la legge 40; dando la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, il padre-patrigno che è stato ricompensato per aver affermato non già l’autodeterminazione della figlia ma, bensì, la propria.

Date queste premesse, caro amico, ho ritenuto opportuno accettare una proposta di candidatura al quartiere 1 nelle liste del Pdl, con la speranza di poter contribuire ad affermare col comportamento quelle che sono le mie idee in materia di bioetica e di dottrina sociale della Chiesa, in armonia con il portato della nota del Cardinale Ratzinger del 24 novembre 2002, sui cattolici in politica e, perché no, in ossequio a quanto don Giussani diceva circa le elezioni politiche: “… le elezioni rappresentano per noi un’occasione educativa unica, per verificare a che cosa teniamo veramente e per smascherare la possibile ambiguità che sta alla radice di ogni nostra azione”.

Un abbraccio,

Simone Nencioni

Candidato al Quartiere 1 per il Pdl